Mag
4
2015

Controdeduzioni sulla dematerializzazione della ricetta

Già da alcuni anni si parla di dematerializzazione della ricetta ma solo negli ultimi mesi si assiste ad una accelerazione che, a quelli che dovranno essere i protagonisti, i Medici in generale ed i MMG in particolare, appare troppo virtuale e poco aderente alle reali condizioni del comparto.

La prima osservazione riguarda proprio il comparto della Guardia Medica o Continuità Assistenziale che, pur ricoprendo un ruolo importante nell’assistenza primaria è, a tuttoggi, un comparto completamente ignorato nel tanto citato art. 7 comma 4bis del D.L. 31/12/2014. Quindi, nella data in cui nelle rosee previsioni della RAS dovrebbe partire la  dematerializzata, un intero importante comparto è di fatto, all’anno zero.

E continuando, la Delib. G.R. n? 20/26 del 22/ maggio 2013 prevede le necessarie azioni di adeguamento dei Sistemi Informativi Sanitari sia sul versante dei prescrittori (MMG, PLS, medici dipendenti ospedalieri e universitari) nonchè su quello degli erogatori ( farmacie e specialisti).  Ma, ancora una volta dimostrando la differenza tra la teoria e la pratica la stessa RAS dichiara nel corso dello stesso documento che, per motivi che in realtà ci sono del tutto oscuri, visto che il comparto della dipendenza dovrebbe essere il primo a partire, per questi la data di inizio sarà, se mai lo sarà, tra il Luglio del 2015 ed il Dicembre dello stesso anno.

La vicenda, descritta così come è nella realtà delle cose, suscita non poche perplessità.

La prima riguarda i diversi tempi di attuazione previsti per categorie di medici che, al contrario, dovrebbero lavorare in simbiosi. E’ per noi un déjà vu.  Il pensiero non può non andare immediatamente alle certificazioni di malattia online. Tutti ricordiamo che avendo avuto l’obbligo di partire per primi con le certificazioni on line, per mesi abbiamo dovuto in troppe occasioni svolgere il lavoro dei reparti che solo tardivamente, alla spicciolata e con riluttanza, si sono e non ancora del tutto adeguati. Quindi ancora una volta siamo stati primi a tirare la volata di innovazioni imposte, non contrattate e nelle quali spesso abbiamo dovuto lavorare per altri. Questo con l’aggravante che il comparto pubblico, che assorbe la maggior parte delle risorse, parte in un secondo tempo con i prevedibili conseguenti maggiori carichi di lavoro che questo comporterà per noi. A ciò si aggiunga la già ricordata impreparazione, anche del comparto Continuità Assistenziale che, loro malgrado, determinerà una ricaduta prescrittiva sui MMG.

E da cosa nascerebbe invece la preparazione di cui MMG e PLS sono accreditati? Lo spiega la nota della RAS quando dice che gli strumenti Medir, FSE, SAR sono le infrastrutture all’uopo realizzate.

Tutti sappiamo che Medir, nei vari tentativi si sperimentazione iniziati e spesso mai finiti ha evidenziato intoppi frequenti, blocchi della VPN, difficoltà di trasmissione dati che ci paiono ancora lontani da una completa e affidabile soluzione. Ancora più indietro si è con il FSE che, oltre ad essere un’altra delle realtà future imposte, è, a tutt’oggi, priva di una piattaforma di contrattazione nonostante sia fonte di grandi preoccupazioni per l’aggravio di lavoro e l’inquietante risvolto medico legale intrinseco. Ultimo il SAR, col quale anche avere riscontri sui flussi inviati è ad oggi difficile.

Se poi la preparazione di cui dovremmo godere è legata al lavoro svolto  dal Comitato Tecnico Regionale per la Sanità Elettronica, entità sino ad oggi sconosciuta ai più, e di cui non abbiamo mai avuto resoconti e comunicazioni, ed in cui l’unico MMG presente aveva ruolo puramente consultivo, è evidente che l’apporto ai nostri problemi è del tutto irrilevante.

Così come la tanto decantata sperimentazione della Asl n. 6 di Sanluri che, non si sa se per un motu proprio o in virtù di accordi a noi non noti, i cui risultati non è dato conoscere, che dovrebbe essere per noi garanzia di sicuro successo e di assenza di problemi nel passaggio alla dematerializzata.

Si ricordano forse inutilemente visto che è di sicuro il punto a noi più chiaro, il grande aggravio di lavoro, di costi (si pensi solo all’enorme mole di ricettari bianchi, alla necessità di nuove stampanti) che, come già avvenuto per i certificati di malattia on line, tramuterà il grande risparmio quantificato dalle Regioni nell’esatto aumento di costi: tutti a nostro carico.

La sintesi consiglia di interrompere qui tutti gli altri aspetti critici di un passaggio che, se pure ineluttabile nel tempo, deve essere meglio valutato, deve vedere tutti in partenza nella stessa data, e non può essere l’ennesima riforma dove tutti risparmiano danari e lavoro e la ns. categoria ha un aggravio di lavoro e di costi direttamente proporzionale al risparmio ottenuto dalla parte pubblica.

 

Il Segretario Provinciale

Francesco Unali